Molte metodiche sono state utilizzate nel tentativo di eliminare i tatuaggi, come la dermoabrasione, l’escissione chirurgica seriata, la salabrasione, la criochirurgia etc., tuttavia lasciavano cicatrici o alterazioni della pigmentazione cutanea delle aree trattate. L’avvento dei laser Q-switched che utilizzano impulsi ultraveloci, dell’ordine dei nanosecondi (cioè milionesimi di secondo), e le alte energie, ha permesso di trattare i tatuaggi indesiderati in modo sicuro ed efficace.
Purtroppo, per il grande numero di pigmenti utilizzati, e per la diversa profondità a cui vengono depositati nella pelle, la risposta al trattamento laser è tutt’altro che uniforme. Per stabilire il miglior laser Q-switched da utilizzare nella rimozione laser dei tatuaggi è dunque fondamentale un’attenta analisi del tatuaggio presente e delle sue caratteristiche cromatiche. I laser Q-switched presenti sul mercato per la rimozione dei tatuaggi, sono fondamentalmente di 4 tipi: Q-switched Nd:YAG doubled (532nm), QS rubino (694nm), QS alessandrite 755nm, QS Nd:YAG (1064nm).
Per la rimozione laser dei tatuaggi con l’inchiostro nero i laser migliori sono il QS alessandrite e il QS Nd:YAG, con una leggera preferenza per quest’ultimo per le sue maggiori capacità di penetrazione nella cute.
Per la rimozione laser dei tatuaggi rossi il laser migliore è il “frequency doubled Nd:YAG” con una scarsa risposta del pigmento alle altre lunghezze d’onda. Con i tatuaggi multicolore e le aree tatuate in tempi successivi con sovrapposizione del pigmento le difficoltà vanno aumentando.
Nella valutazione per la rimozione laser di un tatuaggio si devono considerare i seguenti parametri:
Il tipo di tatuaggio: i tatuaggi professionali sono normalmente più difficili da rimuovere per la maggiore profondità del pigmento e la sua elevata densità nella pelle; i tatuaggi multicolori spesso presentano una rimozione incompleta. Sono da escludere i rarissimi tatuaggi che contengono pigmento bianco o marrone: questi colori, talvolta utilizzati per effettuare il trucco permanente, contengono ferro o ossido di titanio, che possono scurirsi con l’irraggiamento ai laser Q-switched.
Da quanto tempo è stato effettuato: i tatuaggi più vecchi sono più facili da eliminare rispetto a quelli recenti, perché il corpo ha già eliminato in parte il pigmento indesiderato.
Se il paziente ha mai avuto una reazione allergica al pigmento del tatuaggio: i pazienti che hanno sviluppato precedentemente una reazione allergica al pigmento, possono manifestare una riacutizzazione della stessa indotta dal laser.
Se il paziente ha effettuato altri trattamenti per rimuovere il tatuaggio: trattamenti precedenti possono aver prodotto una cicatrice sottocutanea e cutanea che può limitare la capacità del laser nel rimuovere il pigmento.
Il tipo cutaneo del paziente: i pazienti di carnagione scura possono dare problemi maggiori, perché i laser per la rimozione laser dei tatuaggi sono affini anche alla melanina della cute con la possibilità che si sviluppino anche delle aree di ipopigmentazione transitorie.
Il trattamento di rimozione laser dei tatuaggi non è particolarmente doloroso e può essere effettuato senza anestesia locale. Durante il trattamento si nota uno sbiancamento immediato dell’area trattata, dovuto al distacco dello strato superficiale della pelle, effetto pop corn, ed un sanguinamento puntiforme, attraverso i piccoli fori cutanei aperti dal passaggio dei gas prodotti dall’esplosione del pigmento. Subito dopo il trattamento nota un gonfiore cutaneo, che può essere importante specialmente sugli arti, e si risolve in poche ore. Alla fine del trattamento viene applicata una pomata antibiotico-cortisonica e l’area può essere lavata dal giorno successivo con un sapone neutro.
Sono necessarie dalle cinque alle dieci sedute di laser a seconda della reattività del pigmento allo stimolo applicato, della capacità della cute nel riassorbirlo, e della densità del colore a livello dermo-epidermico.
Attualmente il laser Q-switched è l’unico trattamento sicuro ed efficace per la rimozione laser dei tatuaggi.